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IPOVISIONE

Che cos'è L'IPOVISIONE e quali sono le sue cause?

E’ la condizione di riduzione della funzione visiva che non permette:

  • il pieno svolgimento della vita di relazione
  • la conduzione di una normale attività lavorativa
  • il perseguimento delle esigenze ed aspirazioni di vita

Stime Europee confermano che l’ipovisione costituisce oggi un problema prioritario e drammatico per tutti i paesi industrializzati con un numero di 11 milioni di ipovedenti accertati ed 1 milione di ciechi.

Le cause sono molteplici: l’invecchiamento della popolazione, tanto che in Italia per ogni bambino ci sono tre anziani, il miglioramento della prevenzione e delle cura di patologie anche gravi, oggi non più causa di cecità ma bloccate allo stadio di ipovisione

Quando si può definire un soggetto "IPOVEDENTE"?

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) il visus di un soggetto ipovedente deve essere compreso tra 3/10 e 1/20. Se è inferiore a 1/20 si parla di cecità parziale, se il visus è abolito si parla di cecità totale.

Che cos’è il VISUS?

Il VISUS, o acutezza visiva, viene definita anche visione centrale e distinta ed è la capacità di vedere i più fini particolari di un oggetto che si sta fissando. Si controlla facendo leggere delle lettere poste ad una determinata distanza ed in Italia si misura in decimi. Per esempio tre decimi corrispondono alla capacità di leggere a 3 metri di distanza i caratteri che un soggetto normale riconosce a 10 metri, mentre 1/20 la capacità di leggere ad un metro le lettere che una persona normale riconosce a 20 metri.

E’ importante anche il campo visivo nell’ipovisone?

Quando noi guardiamo, percepiamo le caratteristiche dell’oggetto fissato e contemporaneamente tutto lo spazio circostante: questo è il campo visivo. La riduzione del campo visivo, o visione periferica, è altrettanto invalidante poiché limita la capacità di movimento nell’ambiente. Mentre l’ipovisone centrale impedisce tutte le capacità cosiddette fini come la lettura e la scrittura, l’ipovisone periferica riduce fortemente l’autonomia nell’ambiente domestico, lavorativo e soprattutto esterno.

Quali possibilità di cura ci sono per l’ipovisone?

Una volta completate tutte le terapie del caso, oggi è possibile intervenire con la riabilitazione visiva. Essa è il completamento naturale dei trattamenti medici e chirurgici. In presenza di una forte spinta motivazionale del paziente, con la disponibilità di una struttura qualificata e l’impegno di più figure professionali qualificate, è possibile uscire da una situazione di profondo disagio recuperando funzionalità visiva, autonomia e qualità di vita.

Quali sono gli operatori di un centro di riabilitazione visiva?

Poiché il paziente deve essere considerato nella sua globalità e non solo dal punto di vista visivo, la riabilitazione è necessariamente un’attività pluridisciplinare e di equipe comprendente:

  • l’oculista per la valutazione medica, la diagnosi ed il monitoraggio del trattamento;
  • lo psicologo per la valutazione delle condizioni psicologiche del paziente;
  • l’ortottista per la valutazione ortottica e refrattiva;
  • l’ottico per la predisposizione degli ausili ottici ed elettronici;
  • l’esperto in informatica per l’allestimento degli ausili informatici;
  • il terapista per la riabilitazione funzionale visiva;
  • l’assistente sociale per la collaborazione con i familiari ed supporto sociale;
  • l’istruttore per l’orientamento e la mobilità.

Il percorso riabilitativo è lungo ed impegnativo, deve essere supportato da continui aggiornamenti e programmi di ricerca, anche nel settore delle neuroscienze e dell’informatica, e va realizzato con un progetto sempre personalizzato.

Consigli pratici

  • Il soggetto con riduzione permanente del visus deve far riferimento ad un Centro di riabilitazione visiva dedicato.
  • I Centri di riabilitazione visiva sono istituiti in Italia con la legge n. 284/97 e sono presenti in tutte le regioni.
  • Il soggetto ipovedente deve sottoporsi frequentemente a controlli e metodiche riabilitative presso i Centri secondo un protocollo individuale.
  • Eventuali ausili ottici ed informatici, se necessari e prescritti in un Centro di riabilitazione visiva, sono a carico del Sistema Sanitario Nazionale per i soggetti aventi diritto.
  • L’errore più grave che il soggetto ipovedente possa fare è quello di pensare di aver perso totalmente la visione.
  • Oggi non esiste disabilità che non possa essere riabilitata.

a cura di: IAPB – Roma in collaborazione con IRIFOR del Trentino - Via della Malvasia 15, Trento Tel.0461-1959595